Una pillola per le lingue

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    Mi è comparso tra le mani questo articolo che volevo mostrarvi per sapere che ne pensaste in merito.
    Entro i prossimi trent'anni ci sarà, probabilmente, una pillola che ingerita porterà al cervello un apprendimento di un'intera lingua.

    :O_o:

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  2. ilaria03
     
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    Che genialata :) Ora il liceo linguistico no sarà più un problema per il tedesco :hihi:

    Scherzi a parte, non credo che ciò sia possibile. È solo u a scemenza secondo me. Come può una pillola insegnare lingue? Non è logico, anche con la scienza più evoluta, non si potrebbe mai. Ma dico, al massimo con macchinari, ma proprio al massimo, non può mai una pillola fare ciò.

    Non è credibile.. che bufala -_-
     
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    In realtà l'ho presa da una pagina sulla scienza molto molto attendibile. Però proprio perché ciò mi sembra impossibile e umanamente non riesco a darmi una spiegazione logica, ho preferito sapere che ne pensaste voi.
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    speriamo che per le lingue più difficili non inventino pure la supposta....

    :uah: :uah: :uah: :uah:

    Sinceramente a me pare un'idiozia ma staremo a vedere..
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  5. ilaria03
     
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    Ahahahahahahahahahahahahahahahah :uah: :uah: :uah: :uah: :uah:
     
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    Ahahaha, Kal :uah: :uah: :uah:

    Posso dire che mi sembra una ca**ata? :ops:
    L'evoluzione tecnologica è stata spaventosa negli ultimi anni, è vero. Però tecnologia non è uguale a neuroscienze. Se mi dici che tra qualche anno potrebbero inventare dei mini droni che spolverano la casa ci posso credere, ma quando parliamo di interazioni a livello neuronale... è dura. E ora ti dico anche perché mi sembra una ca**ata colossale. Dunque, quando si verifica l'apprendimento, nel cervello si creano nuove sinapsi, vale a dire di nuovi collegamenti tra neuroni. Le basi neurobiologiche dell'apprendimento stanno proprio nella creazione di nuove connessioni. Ed è l'esperienza che permette ai neuroni di diramarsi e di andare a creare nuove connessioni. Non mi risulta che esistano ormoni, pillole o farmaci in grado di fare aumentare i "rami" (tecnicamente si chiamano dendriti). Ma se anche ci fossero (o se fossero scoperti negli anni a venire) forse permetterebbero di apprendere più facilmente, in minor tempo e con meno fatica, ma ci metto la mano sul fuoco che non si possa scavalcare lo step dell'esperienza. Insomma, non basterebbe prendere una pastiglia e andare a dormire, ci vorrebbe comunque un training cognitivo associato alla terapia farmacologica. Alla fine l'apprendimento è ciò che produce il nostro cervello quando si interfaccia con l'ambiente.

    Alla triennale di psico ho fatto la tesi sul disturbo post-traumatico da stress, una condizione di cui spesso soffrono i veterani di guerra, caratterizzata da tutta una sintomatologia che si sviluppa dopo aver vissuto situazioni traumatiche. Ebbene, ci sono degli studi in cui si avanza l'ipotesi che sia possibile cancellare in maniera selettiva SOLO le memorie traumatiche (e non tutte le altre) grazie ad un farmaco. Detto così sembra che basta prendere una pillola e via i brutti ricordi. In realtà non è così: il farmaco va accostato alla psicoterapia mirata che porta a far riaffiorare proprio quei ricordi nel momento in cui il farmaco sta agendo: in questo modo quegli specifici ricordi verrebbero indeboliti. Lo studio per ora è sui ratti, non l'hanno ancora portato sull'uomo, però è promettente. Questo per dire che anche un farmaco miracoloso in grado di cancellare i ricordi traumatici (e solo quelli, lasciando intatto il resto della memoria) non basta da solo: non è sufficiente senza un appropriato training cognitivo che lo accompagna, anzi, se il processo non è sotto controllo potrebbe solo fare grandi danni.
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    Mi sembrava fin troppo strano, ma sarebbe stato figo. Che poi sarebbe stato inutile tutto ciò che si svolge nella vita di tutti i giorni. In tal caso la pillola è specificata per l'apprendimento delle lingue e non ramifica su altri tipi di apprendimento. Però supponiamo che potessi apprendere a suonare il piano senza sacrificio, che cosa bella da un lato xD
    Inoltre, addio inutile faticaccia al linguistico <_<

    CITAZIONE
    Alla triennale di psico ho fatto la tesi sul disturbo post-traumatico da stress, una condizione di cui spesso soffrono i veterani di guerra, caratterizzata da tutta una sintomatologia che si sviluppa dopo aver vissuto situazioni traumatiche.

    Ah, mi pare di aver visto questa cosa nel film ''Ho cercato il tuo nome''. Il soldato dopo la guerra viene ospitato a casa di sua sorella e ha questi incubi legati appunto alla guerra. La mattina il nipote lo va a svegliare e lui di botto ha uno scatto violento.
    E' questo quel che intendevi?

    CITAZIONE
    Lo studio per ora è sui ratti,

    Ed è uno studio sicuro? Cioè, è giusto che usino degli animali per testare questi esperimenti?
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    CITAZIONE (.Davide. @ 14/12/2014, 22:53) 
    Ed è uno studio sicuro? Cioè, è giusto che usino degli animali per testare questi esperimenti?

    Qui si entra in un ginepraio......
    Addirittura in questi giorni ho visto un video in cui un tizio dice che la ricerca sugli animali è inutile perché non è detto che i medicinali che agiscono sugli animali lo facciano anche sull'uomo ed è possibile che ce ne siano che non agiscono sugli animali ma sull'uomo si. Ci apro una discussione se ribecco il video.

    La cosa della pillola che fa dimenticare i brutti ricordi l'avevo letta anch'io anni fa e mi pareva strano infatti che bastasse solo quella... sarebbe una sorta di condizionamento mentale a fin di bene, insomma?
    Ora mi sfugge la definizione giusta... odio quando il cervello mi tradisce così >.<


    Se questa pillola funzionasse davvero non ci sarebbero limiti ai suoi utilizzi. Si potrebbe usare anche per riattivare o far ricrescere aree danneggiate del cervello a causa di malattie o traumi.
    Secondo me siamo ancora troppo lontani da 'ste cose.
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    Ah, mi pare di aver visto questa cosa nel film ''Ho cercato il tuo nome''. Il soldato dopo la guerra viene ospitato a casa di sua sorella e ha questi incubi legati appunto alla guerra. La mattina il nipote lo va a svegliare e lui di botto ha uno scatto violento.
    E' questo quel che intendevi?

    Non ho visto il film, ma è facile che si tratti di disturbo post-traumatico da stress (PTSD). Si hanno flashback, la sensazione di rivivere l'evento traumatico, il riaffiorare delle memorie e il relativo stato emotivo, incubi e una generale ipereccitabilità (nel senso che il soggetto vive una costante condizione di allerta, che può farlo scattare in ogni momento e per ogni piccola cosa). Inoltre, ogni piccolo stimolo, anche innocuo anche quotidiano, che possa ricordare l'evento traumatico innesca tutta questa sintomatologia.

    CITAZIONE
    Ed è uno studio sicuro? Cioè, è giusto che usino degli animali per testare questi esperimenti?

    Sì, ha ragione Kal... qui entriamo in una discussione infinita in cui tutti hanno ragione e tutti torto, dipende come consideri la questione. Io sto a metà: da un lato amo gli animali, dall'altro la mia disciplina attualmente non può prescindere dall'usare gli animali nella ricerca. Ho proprio un grosso manuale di Neuroscienze in cui si fa una bella premessa sull'uso di animali nella ricerca. Considera che la quasi totalità delle nostre conoscenze su come funziona il nostro cervello deriva da esperimenti sugli animali, a volte anche molto tristi. Ad esempio sono state spesso utilizzate le scimmie, il cui cervello è abbastanza simile al nostro, a cui sono state asportate porzioni cerebrali, ad esempio per studiare le sedi di alcune importanti funzioni. Si parla di asportazione dell'amigdala per gli studi sull'aggressività e la reazione di attacco-fuga, oppure l'asportazione di dita delle "mani" per studiare come la corteccia cerebrale si riorganizza. Non vado fiera di queste metodologie sinceramente, però per studiare funzioni complesse servono organismi complessi: non basta un campione di cellule su un vetrino per studiare l'aggressività o la memoria, non sono le cellule che sono aggressive, è l'organismo intero! Questo penso sia abbastanza comprensibile, no? Detto ciò, gli animali non sono torturati per puro sadismo, anzi, si tenta (per quanto possibile) di arrecargli il minor danno e le minori sofferenze possibili. Sul fatto che questo sia giusto o meno, lascio decidere ad ognuno di voi...

    CITAZIONE
    La cosa della pillola che fa dimenticare i brutti ricordi l'avevo letta anch'io anni fa e mi pareva strano infatti che bastasse solo quella... sarebbe una sorta di condizionamento mentale a fin di bene, insomma?

    Una specie. Visto che nel PTSD uno stimolo innocuo diventa minaccioso (es. la neve diventa uno stimolo minaccioso per un deportato nei campi di concentramento), l'idea (perché sugli umani non si è ancora fatto niente, quindi ci sono solo ipotesi per ora) è quella di eliminare l'associazione neve = morte, indebolendone la memoria. Il farmaco permetterebbe di indebolire la memoria traumatica mentre questa viene rievocata, mentre la terapia permette di riassociare correttamente la neve a stimoli meno minacciosi e di non avere sintomi da PTSD ogni qual volta il paziente veda/senta/immagini la neve.
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    Ok, capito.
    Per il post sugli esperimento ho visto che Kal ha aperto un nuovo topic, ne discutiamo lì.
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9 replies since 14/12/2014, 15:16   48 views
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